Menomazione, disabilità, handicap - e Gesù Cristo


Un signore mi ha chiesto che libro leggessi, e gli ho tradotto il titolo: “Il Dio disabile : Verso una Teologia della Liberazione della Disabilità”.

“Dio Disabile?”, ha chiesto il signore, ed ho spiegato: “Il libro parla di Gesù Cristo. L’autrice ricorda quando Gesù apparve a Tommaso mostrandogli le piaghe sulle mani e sul costato” (Giovanni 20:27).

“Sì, ma Gesù era abile, abile! Prima di apparire piagato era apparso intero!”

Io non ho voluto proseguire il discorso. Credo però che il signore, come molte altre persone simili a lui, avesse delle idee profondamente sbagliate sulla disabilità e perfino sul cristianesimo.

Per quanto riguarda la disabilità, credo che sia il caso di imparare tre termini utili:

  • Menomazione;
  • Disabilità;
  • Handicap.

La menomazione è ciò di cui sono dotato in misura inferiore alla media – per esempio, sono fortemente miope; la disabilità è il peggioramento della mia vita causato dalla menomazione – per esempio, l’unica cosa che posso fare senza occhiali o lenti a contatto è lavarmi la faccia; l’handicap è ciò che mi impone la società in conseguenza della mia disabilità – per esempio, il Codice della Strada non mi lascia conseguire patenti di guida superiori alla B (è una norma ragionevole, ma è una norma giuridica, e quindi sociale).

Una menomazione non è una tara morale, ed una disabilità limita solo in parte la vita di una persona. Il problema si ha quando l’handicap va oltre i limiti ragionevoli imposti dalla disabilità e diventa una sentenza di incapacità.

Il signore ha fatto l’errore di interpretare la disabilità attribuita a Gesù dal libro come un handicap che lo squalificava come Salvatore.

Non sono cristiano, quindi non dovrebbe importarmi molto, ma sono certo molte le persone vittime di questa confusione tra disabilità ed handicap, con un handicap che si estende a dismisura e priva le persone della loro stessa dignità, non solo dell’autorizzazione a fare ciò di cui sono capaci.

Ricordo che ci sono persone con disabilità che chiamano chi non è cosciente di averne alcuna “temporaneamente abile”, per ricordare che normalmente abili e diversamente abili non sono due popolazioni distinte destinate a non mescolarsi! Non ci guadagna chi è “temporaneamente abile” a squalificare chi ha una disabilità attribuendogli un handicap insensato – gli conviene pensare al futuro e rendersi già da ora la vita più semplice, anche solo dando il buon esempio.

Per quanto riguarda Gesù, Filippesi 2:5-11 dice (Nuova Riveduta):

 5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù,

 6 il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l'essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente,

 7 ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini;

 8 trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.

 9 Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome,

10 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra,

11 e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.

Ed il Quarto Concilio di Calcedonia del 451 (come citato dal Catechismo della Chiesa Cattolica §467), ispirandosi ad Ebrei 4:15 (“Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato”), stabilì:

«Seguendo i santi Padri, all'unanimità noi insegniamo a confessare un solo e medesimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità, vero Dio e vero uomo, [composto] di anima razionale e di corpo, consostanziale al Padre per la divinità, e consostanziale a noi per l'umanità, "simile in tutto a noi, fuorché nel peccato"; generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, e in questi ultimi tempi, per noi e per la nostra salvezza, nato da Maria Vergine e Madre di Dio, secondo l'umanità. Un solo e medesimo Cristo, Signore, Figlio unigenito, che noi dobbiamo riconoscere in due nature, senza confusione, senza mutamento, senza divisione, senza separazione. La differenza delle nature non è affatto negata dalla loro unione, ma piuttosto le proprietà di ciascuna sono salvaguardate e riunite in una sola persona e una sola ipostasi».

Il peccato avrebbe potuto squalificare il Salvatore, non qualsiasi altra circostanza della vita umana. Altrimenti si finisce con il dar ragione a coloro che squalificavano Gesù solo perché proveniente dalla Galilea (Giovanni 7:52)!
Raffaele Yona Ladu
Ebre* umanista gendervague

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