Poliamore

[0] E se un pastore fosse poliamoroso? La sfida della rev. Elder Rachelle Brown, Responsabile Mondale “ad interim” della MCC


Faccio i migliori auguri alla pastora anziana Rachelle Brown, ed alla sua famiglia.


Mi permetto però di attirare l'attenzione su una cosa che ella stessa confessa:


“Ero davvero pessima in tutte le relazioni monogame che inanellavo una dopo l’altra. Era davvero molto doloroso: un continuo fallimento. Ogni volta che ci provavo, le facevo terribilmente saltare in aria. E in mezzo a tutto questi movimenti sociali che si battono per i matrimoni egualitari pensavo cose tipo: Non è roba per me.
Ma invece di sentirmi moralmente fallita come ministro di culto, ho iniziato a esplorare“.


Ora, questa difficoltà a gestire le relazioni diadiche, ma felicità in relazioni triadiche, è stata interpretata come dimostrazione di tendenze poliamorose; viene però il dubbio che la difficoltà di gestire una relazione a due sia invece dovuta alla difficoltà ad amare in una persona sia il bene che il male che la compone, cosa che induce ad idealizzarla e svalutarla alternativamente.

Persone così si trovano meglio con relazioni a tre, perché uno dei due partner si trova a fare il "buono" e l'altro il "cattivo", alternando magari i ruoli nel tempo, e così la relazione diventa stabile.


In alcuni casi queste persone hanno davvero bisogno di due psicoterapeuti, in modo che possano essere idealizzati e vituperati insieme, e l'alleanza terapeutica regga.


Non voglio essere contro le persone poliamorose, e non posso giudicare una persona che non ho mai incontrato - ma diffiderei di una persona che fatica a tenere in piedi una relazione diadica.
Raffaele Yona Ladu
Ebre* gendervague







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